Cognizione sociale: la perspicacia
Presentiamo un estratto dall’articolo sull’argomento tratto dalla rivista ‘Mind’ di ‘Le Scienze’ del mese di febbraio 2021: La facoltà di prevedere gli stati mentali dei partner sociali è un elemento importante per la convivenza umana, ci permette di cogliere le esigenze e le intenzioni dei nostri simili, di cooperare, oppure di competere con loro. Perché magari userete la vostra perspicacia anche per contendere al vostro nuovo amico la fidanzata. Ogni giorno ricorriamo spontaneamente e quasi d’istinto a queste complesse facoltà mentali definite complessivamente cognizione sociale. Ci accorgiamo di quanto tali facoltà siano importanti nei rapporti umani soltanto quando, per qualche disturbo, non funzionano più. Le persone affette da un disturbo dello spettro autistico, per esempio, stentano a dirigere la propria attenzione al partner sociale e a mettersi nei suoi panni, e spesso la loro vita sociale risulta gravemente compromessa. Quanto ai pazienti con fobia sociale, sono molto sensibili ai segnali interpersonali e spesso si interrogano su ciò che gli altri pensano di loro; un timore che può agire da freno nella vita quotidiana.
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge del Dipartimento di fisiologia, sviluppo e neuroscienze sono andati alla radice della teoria della mente indagando una regione cerebrale di cui conosciamo da tempo il ruolo nel comportamento sociale, ma che abbiamo compreso solo in minima parte: stiamo parlando dell’amigdala. Particolari cellule di questa regione evolutivamente antica reagiscono selettivamente a segnali sociali, in particolare ai volti e ai contatti dello sguardo.
L’importanza dell’amigdala nella convivenza sociale è dimostrata da esperimenti in cui essa è danneggiata; pazienti con danni all’amigdala causati dalla sindrome di Urbach-Wiethe, una rara malattia genetica, hanno gravi difficoltà ad interpretare le espressioni dei volti ed i sentimenti espressi dalla mimica: valutano gli altri come affidabili persino se non meritano fiducia e si spingono troppo a contatto, anche a pochi centimetri, dal volto dell’interlocutore. Questo sistema cerebrale primordiale, che permette capacità sociali così sviluppate è di grande supporto per la soluzione della teoria della mente.
Nella sperimentazione su scimmie condotta dall’Università di Cambridge sono stati scoperti neuroni che deducevano l’attrattività di diverse opzioni di scelta attraverso il comportamento di un partner. Alcuni gruppi di cellule erano più attive in relazione alle diverse possibilità di scelta, inducendo la scelta di quella con maggiore appeal per il partner, sulla base delle precedenti esperienze. Questi neuroni sono stati chiamati neuroni delle decisioni. Ma ancora più sorprendentemente lo stesso meccanismo si verificava in un gruppo di neuroni diverso quando la scelta tra le diverse opzioni toccava ad un’altra scimmia. In tal caso venivano confrontate non le proprie possibilità di scelta ma quelle del partner, di cui prevedevano la decisione, diverse centinaia di millisecondi prima che che la attuasse. Questo gruppo è stato definito col nome di neuroni della simulazione.
I neuroni delle decisioni ed i neuroni delle simulazioni sono simili ma non del tutto ai neuroni a specchio della corteccia premotoria; il punto distintivo è che se da un lato, i neuroni specchio reagiscono a particolari azioni, osservate oppure svolte in prima persona, dall’altro i neuroni della simulazione prevedono decisioni del partner sociale ancor prima che accada qualcosa. Del resto, non sono stati individuati neuroni a specchio nell’amigdala.